Il futuro della Borsa italiana parte dai 5 titoli più scambiati

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Investimenti diversifica per la Borsa italiana Il report di Borsa Italiana sugli indicatori statistici più importanti di giugno, indica che il 60% del mercato italiano è rappresentato dai 5 titoli più scambiati (Unicredit col 20,1% degli scambi, Enel col 14,8%, Eni col 14,6%, Fiat col 6,4%, Intesa Sanpaolo col 4,8%). Se ne deduce che analizzare l’andamento di questi titoli può essere importante per prevedere l’andamento futuro dell’indice.

Nello scorso bimestre, Unicredit ha evidenziato un andamento laterale tra 1,55 e 2,05. La ripresa del trend in ambito rialzista si verifica solo al di sopra dell’area 2 euro. In questo caso la fase laterale delle ultime settimane si configurerebbe in un triangolo (figura di continuazione), mentre i prezzi procederebbero verso il target fornito dalla figura, in area 2,50. La complicazione a cui si potrebbe andare in contro, sarebbe la violazione di 1,55: in questo caso si assisterebbe alla correzione di tutta la salita dai minimi di marzo, assestandosi il target ideale in zona 1,75.

Di poco dissimile la situazione di Intesa Sanpaolo, tra i titoli meno “pesanti”, che dall’8 luglio ha registrato segnale negativo. Infatti in tale data, le quotazioni sono scese sotto la media mobile a 100 giorni, circa a 2,22, violando allo stesso tempo il supporto offerto sugli stessi valori dal minimo del 14 maggio. Essendosi la discesa arrestata sopra i 2 euro, ossia il 50% del rialzo dai minimi di marzo, può per ora essere considerata una situazione correttiva. Nel caso di violazione dell’area 2, invece, si dovrebbe considerare la prospettiva di ribassi più estesi, fino ai minimi di marzo in area 1,30.

Anche il grafico di Fiat evidenzia la violazione del minimo di maggio a 7,12 euro e la conseguente discesa in area 6,50 con media mobile a 100 giorni. Anche in questo caso si può parlare di flessione correttiva, essendosi il ribasso delle ultime settimane fermato appena sopra il primo delle individuazioni di Fibonacci riguardanti il rialzo dal minimo di febbraio. Al di sotto dei 6,50, invece, si dovrebbe considerare un quadro più negativo, prevedendo, al massimo, la direzione dei prezzi sul gap del 2 aprile con base al 5,36.

Nel caso di Enel, la situazione diventa più complessa. Le sue quotazioni sono infatti scese al di sotto dell’area supporto 3,25(l’ultimo rintracciamento di Fibonacci calcolato per il rialzo dai minimi di marzo), per cui il rischio di nuove discese resta elevato non essendosi registrata un’accelerazione ribassista a conferma di tale segnale negativo. Solo dei recuperi oltre area 3,40 potrebbero allontanare tale rischio.

Si segnala difficile anche la situazione Eni. Dall’inizio di maggio, le relative quotazioni, hanno evidenziato un testa spalle ribassista completatosi il 6 luglio con discesa sotto il trend minimo del 18 maggio e attraversante quello del 25 giugno. Il target del testa spalle si piazza in area 14,50, in cui i prezzi si avvicinerebbero al 62% dell’ultimo rintracciamento di Fibonacci, riguardante il rialzo dai minimi di marzo. La violazione del 14,50 sarebbe indice di un segnale negativo anche per il medio termine. I recuperi invece si manifesterebbero al di sopra del 16,75, come prospettiva di un nuovo test dei massimi di giugno a 18,40.



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