Al lato del tradizionale sistema pensionistico, anche in Italia sta prendendo piede la previdenza complementare, sebbene i numeri da noi parlino di uno sviluppo ancora contenuto anche se in costante crescita.
I dati del primo trimestre 2008 parlano di un trend positivo di sottoscrizioni, sebbene da noi lo sviluppo dei fondi pensioni venga frenato principalmente da due fattori:
1) la copertura della previdenza sociale pubblica in Italia è ancora tutto sommato buona, anche se in futuro ci aspettano, o quasi, tempi veramente bui;
2) alcuni fondi pensione privati sono a capitale garantito, il che non li mette al riparo da fallimenti e insolvenze.
Istituiti come strumento finalizzato all’erogazione di una seconda pensione da affiancare a quella percepita dall’INPS, l’aumento di sottoscrizioni del primo trimestre 2008 è stato tale da superare il tetto delle 800 mila adesioni, raccogliendo oltre 270 milioni di Euro, di cui 204 da parte dei lavoratori dipendenti (fonte Assogestioni). |
L’attuale normativa italiana prevede per il lavoratore dipendente la possibilità di destinare, nella loro totalità, i propri contributi pensionistici al TFR, facendoli gestire all’INPS, oppure destinarli ad un fondo pensione. Vige la regola del silenzio-assenso, per cui qualunque nuovo assunto che non comunichi entro 6 mesi dalla data dell’assunzione la propria scelta di destinazione dei contributi verso l’una o l’altra opzione, vedrà destinare il proprio TFR ai fondi pensione.
Attenzione perché il processo non è reversibile, ed una volta destinati i propri contributi a un fondo pensioni privato, non potranno riportare in azienda, ma solo eventualmente destinare il proprio TFR ad un altro fondo pensione.
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