Nucleare: quello italiano piace tanto ai colossi europei

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Nucleare italiano e investimenti degli altri Paesi in Italia Il progetto nucleare italiano è guardato con molto interesse dalle imprese straniere.
L’Areva, francese, propone a candidati italiani i reattori Epr, già adottati dall’Electricité de France, e già scelti nell’accordo tra Enel e Edf. Ugualmente interessati al progetto italiano sono l’altra francese Electrabel, la tedesca Eon, le svizzere Egl e Alpiq, pur condividendone le perplessità.

Infatti la situazione italiana non fornisce quella chiarezza tale da poter decidere su una questione così importante.
La stessa Eni, l’unico gruppo italiano in grado di costituire una seconda, valida alternativa, per ora si astiene da ogni proposta. Ma sia essa che l’Eon sono le uniche, considerate le loro dimensioni, ad essere spronate per dissipare le incertezze.

Tra i dubbi da chiarire troviamo le regole di dettaglio, ossia:

  • le caratteristiche tecnologiche;
  • il costo per lo smantellamento ad avvenuto esaurimento della centrale;
  • la soluzione per lo smaltimento delle scorie.

E ancora non è dato sapere se con un cambio di scenario politico, lo stop al nucleare verrebbe rimborsato (compreso di oneri e interessi) a coloro che ne avevano già fatto un investimento.

Altro punto da definire riguarda l’organizzazione del mercato dell’elettricità prodotta.
La normativa italiana non ha ancora reso noto i dettagli per la creazione di consorzi tra i costruttori e i consumatori, su come ridurre i rischi di mercato e su come regolare il margine. L’Antitrust non si è pronunciata su eventuali creazioni di agevolazioni o mercati separati.

Ma il dubbio maggiore riguarda in che misura lo Stato sarebbe in grado di coprire dai rischi gravi.
Uno dei maggiori esperti italiani di energia nucleare, afferma che in Giappone il massimale previsto dalle assicurazioni per le centrali atomiche è di 1,2 miliardi: se i danni andassero oltre questa cifra, essi dovrebbero essere coperti dallo Stato.
Dal canto suo, l’Eon non si pronuncia. La sua intenzione sarebbe quella di creare una società per un progetto nucleare con altre aziende elettriche, ma non escluderebbe di puntare sul carbone, forse trovando un accordo con Edison e la svizzera Rezia per prendere parte al progetto Enel a Porto Tolle (Rovigo).
La francese Areva, avendo perso l’alleanza con la Siemens (accordatasi coi russi), si candida singolarmente a fornire la tecnologia (turbine Alstom).

L’unica seconda alternativa alla creazione di un progetto atomico, considerate le dimensioni della società, resterebbe l’Eni, ma l’esperienza dell’Agip Nucleare e la centrale di Latina del 1957, le ha fatto perdere competenza e interesse.

Per quanto riguarda l’opinione pubblica, secondo un sondaggio dell’istituto Format, gli italiani non conoscono le energie rinnovabili e hanno timore del nucleare: solo il 28% degli intervistati ritiene sicura l’energia nucleare, e un 26,3% accetterebbe l’installazione di un impianto nucleare nella propria provincia.



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